giovedì 29 novembre 2007

POESIE DEDICATEMI

CORRI MI CHIUDO NELLA TERRA
Corri
mi chiudo nella terra ad ascoltare 
su me col carro del silenzio
la tua voce e il solito affanno dello sguardo
che passa come un bel vento
Resta
ho tolto l'ago della notte
ai pensieri e rotto un segreto e dolcissime paure
pioggia, pioggia è lo sguardo
e trame di desideri

Al fondo anche lontanamente
un sordo e un pianto
sento e una vaga giovinezza
e un canto forte è l'odore dell'abbraccio amico
corri e resta
Il sogno della vita, replica
di giovinezza, il canto
e la carezza della morte

Amedeo Martorelli
1980
IL TEMPO E' TRASCORSO
Il tempo è trascorso
non ne ho memoria
è stato un tempo appassionato
gli anni come paesaggi mirabili
ai quali non s'accede
lontani tutta la luce
di questo antico giorno di primavera
mi pulsano aperti i miracoli
dell'amico che ci sorrideva la sua fine
continuando ad offrirci da vivere
da amare senza attendere
per la morte io non avrò memoria
per l'amico che resta
avrò la prima allegria
il primo pensiero vero
l'esordio vitale del sentimento
verso la vita scostata da riflessi
dentro ferma ad attendere è trascorsa
l'estinzione: in numerose
moltiplicazioni d'affetto.
Amedeo Martorelli
11/4/1981
______________________________________________

Tu che dall'estrema contrada della Grecia vieni ove l'olio abbraccia lembi intatti di cielo o carezza diviene d'argento nell'alito del vento marino, sappi che io sono germinato dal grembo profondo della terra, dalle pur innumerevoli zolle come onde del mare.
E se tu intoni sulle corde sonorità antiche per incantare di sogni le stelle io racconto l'ilare ironia del fanciullo nato vecchio.

Luigi Cimarra
Civita Castellana, 16-03-1999
(Dedica di Luigi sul suo volume per me, Mazzabbubbù, edito dalla biblioteca comunale di Civita Castellana)
___________________________________________

LA LUNGA DIRITTA STRADA FENDE LA CAMPAGNA

La lunga diritta strada fende la campagna
Inondata d’ ulivi lucenti, nel blu
E nel giallo del sole cocente
Che schiaccia la terra e i colori.
Calore dell’aria, immobile densa,
incessante il frinire, furiose cicale impazzite.
Il mare è lontano, laggiù.
A mezzo comunque il paese, le case.
La casa: la tua.
Lì sei nato, per primo, poi tutti i fratelli.
Ora vivi lontano e ritorni, legato a questa terra,
d’ estate, ogni tanto.
Quale segno ho lasciato per te, viaggiatore del tempo,
Dai ricordi orgogliosi e canzoni e ballate?
I tuoi, io l’ ho colti. Sono anche i miei, ora.
Così pur io mi scopro navigatore.
E mi piace.

Maurizio Ferrari
Salento, agosto 2008


Ho visto il filmato,
cantavi, suonavi la chitarra
e son passati vent’anni!
Molti, in un sol soffio…
Eri giovane, e bello,
squillante ferma la voce,
forza, sicuro il futuro.
Mi son rivisto, io pure
giovane e bello,
risospinto indietro
nel tempo e lo spazio.
Ma oggi, perduta immortalità
ci riscopriamo migliori
più felici.
Non lo siamo?
Maurizio Ferrari, Brescia 2009
__________________________________________


Nessun commento: